Mi capita sempre più spesso di accorgermi che tra il Taiji Quan ed il Qi Gong ci sia un’ idea di fondo che li amalgama come un’unica disciplina o come se il Qi Gong fosse lo scioglimento articolare da utilizzare prima di iniziare a praticare la forma di Taiji.

Quello che possiamo dire con certezza è che stiamo parlando di due discipline psicocorporee cinesi, che affondano le proprie radici nello stesso terreno culturale, dove il pensiero, la filosofia e la medicina cinese si incontrano.

La più conosciuta tra le due discipline è il Taiji Quan, un arte marziale appartenente agli stili interni del kung fu, il cui nome letteralmente tradotto significa “pugno della suprema polarità”. Dobbiamo tener presente che quando parliamo di Taiji Quan stiamo parlando di Wushu “Arte Marziale” che prevede combattimenti a mano nuda e con armi. Il fine del Taiji Quan è quindi il combattimento o l’idea di esso, ed è proprio sul concetto di utilizzo dell’intenzione che i cinesi chiamano Yi che si esprime la più grande differenza tra il Taiji Quan ed il Qi Gong.

Qualunque sia lo stile di Taiji Quan praticato, il corpo viene utilizzato attraverso delle leggi cinetiche che ci permettono di sviluppare la nostra forza utilizzando il minimo dispendio energetico al fine di battere l’avversario, che sia reale o la proiezione della nostra ombra. Il Taiji Quan si può oggi fregiare di numerosi aspetti che vanno da quello di tipo posturale in quanto permette la mobilitazione di tutte le articolazioni, a quello meditativo, quello energetico e così via. Ognuno di noi è libero di trovarci ciò che più gli somiglia o più gli serve, ma la sua natura segue dei dettami ben precisi che possono essere dimostrati facendo un passaggio a ritroso di centinaia di anni.

Il Qi Gong è una disciplina che vanta circa 5000 anni di esperienza, la traduzione del suo nome significa “Lavoro sull’Energia” la sua origine si perde nella notte dei tempi e nel corso dei secoli ha assunto caratteristiche differenti. Il Qi Gong ci racconta di danze sciamaniche attorno al fuoco, di pratiche di alchimia interna, fino ad arrivare alle sue più moderne forme dove diviene medicina integrata in alcune strutture sanitarie.

Il Qi Gong al di la delle sue forme di tipo marziale, spirituale o relativo alla medicina tradizionale cinese regola la nostra energia interna privilegiandone di volta in volta alcuni aspetti rispetto ad altri, ma di fondo è tutto l’assetto di mente-cuore e corpo che viene ad armonizzarsi. Il Qi Gong si esprime in infinite tecniche eseguite in statica o in dinamica, di meditazioni, di suoni e di automassaggi. Ci insegna a prenderci cura di noi stessi affinando sempre più la nostra capacità di un veritiero ascolto, donandoci gli strumenti per poter intervenire da soli prima che il Qi perda il suo equilibrio.

Forse ora le due discipline possono assumere ognuna dei colori più definiti, con la comprensione che possono essere praticate entrambe oppure una soltanto, ricordandoci che dove andrà la nostra intenzione li andrà anche la nostra energia, vi auguro una buona pratica con le discipline di Lunga Vita!

N.B. Le indicazioni contenute in questo articolo non si sostituiscono alla pratica medica alla quale è rimandata la salute e la cura della persona.

Daniela De Girolamo è un insegnate di Qi Gong, Taiji Quan, Meditazione e Medicina Cinese.

E’ Presidente dell’ A.S.D Meihua il vento sopra il lago che si occupa dell’insegnamento e della diffusione delle discipline orientali.

Scrittrice del libro “Pillole di Lunga Vita guida introduttiva al Qi Gong e al Taiji Quan” e di “I diciotto esercizi taoisti della salute, la ginnastica energetica cinese per il benessere di ossa e muscoli”.

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