
1. In questo particolare periodo storico dove a causa della pandemia le palestre sono state chiuse, è stato messo in luce l’importante contributo che le arti marziali e lo sport in generale danno alla salute aiutando il sistema immunitario a mantenersi forte. Lei che è un medico allergologo ed immunologo, può spiegarci in che modo questo può essere vero? Quante ore di attività fisica dovrebbero essere svolte in una settimana e che rapporto c’è tra la mente e il corpo nella sfera della salute?
Già Giovenale, autore latino vissuto nel I secolo dopo Cristo, nelle sue Satire diceva “Orandum est ut sit mens sana in corpore sano” (“Bisogna pregare che ci sia la salute dell’anima e del corpo”), intendendo con ciò che se il corpo è sano ed in salute anche la mente lo è e bisogna pregare perché gli dei concedano l’uno e l’altra.
Lo sport e le Arti Marziali in particolare danno un valido contributo allo sviluppo armonico della persona. Al di là delle tecniche di combattimento/difesa personale, le arti marziali in generale (e sicuramente il Viet Vo Dao), infondono autostima, migliorano la coordinazione neuro-muscolare e la gestione del corpo nello spazio, migliorano la flessibilità, rinforzano il fisico e questo evidentemente ha una ricaduta importante sulla salute in termini di prevenzione della malattia. E’ ben noto, ad esempio, che la regolare attività fisica previene dopo una certa età lo sviluppo dell’artrosi, ovvero l’usura della cartilagine che ricopre le articolazioni, ma esistono una serie di studi che dimostrano che la regolare pratica marziale (ognuno secondo i propri ritmi/necessità: non è possibile standardizzare un calendario universalmente valido) è in grado di ritardare quella che con termine anglosassone si definisce “immunosenescence”, ovvero l’invecchiamento del sistema immunitario che clinicamente si caratterizza, ad esempio, per un’aumentata suscettibilità alle infezioni, una più frequente riattivazione di virosi latenti, un’aumentata prevalenza di forme autoimmuni e neoplastiche.
Uno studio del 2018 effettuato su un gruppo karateka che praticavano da almeno 3 anni, regolarmente, 2-3 volte alla settimana, ha dimostrato un’ampia modulazione dei parametri immunologici rispetto ad un gruppo di controllo che non praticava arti marziali, osservando in particolare un numero più alto di globuli bianchi e una maggiore concentrazione nel siero di immunoglobuline.
Purtroppo il lockdown che si è reso necessario per la pandemia da Covid 19 e la chiusura delle palestre, se da un lato voleva essere un mezzo per evitare la diffusione del contagio, ha portato ad una ricaduta importante sulla salute fisica e mentale dei praticanti (oltre che, dal punto di vista economico, sui gestori delle palestre stesse). Molti colleghi insegnanti si sono dedicati a dei corsi online, che tuttavia, a mio modesto parere, non potranno mai essere come la lezione in presenza. Spero davvero che ora, con l’arrivo dei vaccini, si possa vedere, finalmente, la luce in fondo al tunnel!
2. Cos’è un cammino nelle arti marziali, e cosa ci si può aspettare da questo tipo di percorso?
Buona parte delle arti marziali sono caratterizzate dall’ideogramma “Tao” (道 in vietnamita “Dao”, in giapponese “Do”) che tradotto significa “Via”, “cammino”, “metodo” e rappresenta un uomo che percorre una strada a testa alta. Il viaggiatore che intraprende questo percorso si lascia alle spalle una terra tranquilla e pacifica e affronta un viaggio irto di ostacoli e che presenta continue sfide, ma che offre anche ricompense inimmaginabili. Procedendo lungo la Via ci si rende conto di essere diretti verso una meta che non è un luogo fisico, ma un viaggio della mente che porta alla realizzazione del sé. E l’obiettivo non è un punto di arrivo, ma esattamente il cammino fatto per tendere ad esso.
3. Il Viet Vo Dao prevede combattimenti, oppure si allenano le forme intese come concatenazioni di tecniche prestabilite?
Come dicevamo, il Viet Vo Dao è un’arte marziale completa che affianca sia forme a mani nude e con armi che rappresentano il suo archivio storico, sia il combattimento libero anche “sportivo” con le regole del light e del full contact. Il combattimento in Vietnam prevede il contatto pieno. Non dimentichiamo che l’arte marziale è per definizione lo sviluppo delle abilità combattive.
4. In questo momento del suo percorso quali sono le sue riflessioni, cosa c’è nel suo cuore?
Gratitudine. Gratitudine verso il mio Maestro che mi ha trasmesso e tutt’ora mi trasmette le sue conoscenze, gratitudine verso l’arte marziale cui mi sono dedicato e che, finché ne avrò la forza continuerò a praticare, gratitudine verso la mia famiglia che mi ha agevolato a seguire un cammino che spesso mi ha portato lontano da casa. Gratitudine verso gli allievi che in questi anni, dal 1995, mi hanno seguito nel mio percorso d’insegnante. E ancora soddisfazione per aver reso Brescia un punto di riferimento per lo sviluppo del Viet Vo Dao in Italia.
5. Come è cambiato o come si è evoluto il suo modo di praticare nel corso del tempo?
Per continuare a praticare l’evoluzione è necessaria. I cambiamenti arrivano un po’ per volta. All’inizio si punta tutto sul gesto atletico, utilizzando soprattutto la fisicità. Poi, nel tempo, ci si rende conto che le arti marziali non dipendono dall’uso della “forza bruta”, bensì dalla tecnica appropriata eseguita al momento giusto e con la corretta attitudine mentale. Solo in questo modo si riesce a progredire. Devo dire che l’insegnamento, il dover spiegare ad altri le tecniche e i principi che le animano, mi ha molto aiutato a crescere come praticante.
6. In chiusura, ha un consiglio per chi si affaccia al mondo delle Arti Marziali e, in generale, ai praticanti?
Non sentirsi mai “arrivati”, non pensare di sapere tutto e di poter bastare a se stessi, avere sempre il coraggio di mettersi in discussione e confrontarsi con rispetto ed umiltà anche con le altre discipline perseguendo lo scambio tecnico, coltivare la Conoscenza, ricercare la perfezione…
Per avere maggiori informazioni sul Maestro Taglietti e su quest’arte marziale puoi visitare il sito
N.B. Le indicazioni contenute in questo articolo non si sostituiscono alla pratica medica alla quale è rimandata la salute e la cura della persona.
Daniela De Girolamo è un insegnate di Qi Gong, Taiji Quan, Meditazione e Medicina Cinese.
E’ Presidente dell’ A.S.D Meihua il vento sopra il lago che si occupa dell’insegnamento e della diffusione delle discipline orientali.
Scrittrice del libro “Pillole di Lunga Vita guida introduttiva al Qi Gong e al Taiji Quan” e di “I diciotto esercizi taoisti della salute, la ginnastica energetica cinese per il benessere di ossa e muscoli”.
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