Quando si parla di Qi Gong, si parla sempre dei miglioramenti che questa disciplina è capace di apportare. I suoi benefici sono davvero moltissimi, recentemente l’abbiamo vista affacciarsi in alcuni nosocomi italiani come sostegno per il personale medico e paramedico dei reparti Covid, per i suoi potenti effetti benefici legati al rilassamento.

Oltre al rilassamento, all’innalzamento delle difese immunitarie, al miglioramento del sonno e di alcuni disturbi osteo articolari ed altri moltissimi benefici, esiste una parte che viene sempre poco raccontata e che rimane all’interno delle scuole di insegnamento della disciplina perché di più difficile comprensione.

Qualche volta, dopo un primo e felice approccio può succedere che alcuni disturbi, magari proprio quelli che ci hanno spinto a ricorre al Qi Gong si possano acutizzare o riaccendere. Perché questo può accadere?

I Maestri cinesi parlano di “Reazioni da Qi” e vi spiego in quale ottica viene fatta questa affermazione. Facciamo l’esempio che una persona che soffre di mal di schiena cronico inizi a praticare. Generalmente dopo poche lezioni la persona si sente meglio, sente la muscolatura che diviene più morbida, nota una migliore flessibilità e gli stati dolorosi diminuiscono. La persona che ha iniziato a praticare viveva in uno stato di disturbo non acuto, quindi nonostante i fastidi riusciva a condurre una vita più o meno normale. Perché il dolore potrebbe allora riaccendersi?

Il Qi Gong, non è meramente una ginnastica dolce, altrimenti tra la ginnastica occidentale e la “ginnastica energetica cinese” non ci sarebbe differenza. Il Qi Gong è in grado di muovere la nostra energia interna, e di regolarla secondo i dettami dell’energetica cinese. Lo stato doloroso per la medicina cinese viene inquadrato come un mancato scorrimento di energia e sangue, un blocco che provoca un rallentamento della circolazione del Qi. Con la pratica regolare lentamente il Soffio (Energia) ricomincia a scorrere in maniera armoniosa e senza interruzioni, l’equilibrio energetico viene ripristinato ed il nostro corpo piano piano si ripara e riparandosi perde la capacità di adattamento proprio perché sta migliorando. Il Qi in queste zone si accumula senza riuscire a scorrere liberamente perché il disturbo non è ancora completamente risolto è questo il momento in cui si può riaccendere il dolore. In questi casi la pratica dovrà continuare per permettere al Qi di ripristinare completamente – o il più possibile – la corretta circolazione: il dolore dopo un momento acuto tornerà a scomparire.

E’ sempre importante ricordare che è necessario praticare il Qi Gong con la guida di un insegnate esperto, in grado di comprendere se realmente siamo di fronte ad una manifestazione energetica oppure se l’esercizio viene eseguito in maniera errata o non adatta alla fisiologia della persona.

N.B. Le indicazioni contenute in questo articolo non si sostituiscono alla pratica medica alla quale è rimandata la salute e la cura della persona.

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Daniela De Girolamo è un insegnate di Qi Gong, Taiji Quan, Meditazione e Medicina Cinese.

E’Presidente dell’ A.S.D Meihua il vento sopra il ago che si occupa dell’insegnamento e della diffusione delle discipline orientali.

Scrittrice del libro “Pillole di Lunga Vita guida introduttiva al Qi Gong e al Taiji Quan”.

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