Incoraggiamento ai principianti

Quando si pensa al Qi Gong le immagini che vengono associate sono spesso quelle della meditazione o del Qi Gong dinamico.

Difficilmente al termine Qi Gong andiamo ad associare l’automassaggio.

Ho iniziato la pratica di alcuni esercizi di Qi Gong all’età di ventitré anni, una fascia di età bassa se pensiamo all’età media che vede generalmente l’approccio alla disciplina in un pubblico adulto. Praticavo esercizi dinamici e quando mi venivano proposti gli automassaggi a dire la verità ne soffrivo un po’, mi annoiavo e mi infastidiva avere difficoltà nel trovare i punti.

Credo per la mia esperienza che alla base dell’automassaggio, si debba aver sviluppata una certa maturità interiore, ed una capacità di sentire, di percepire la zona ed il punto.

È già difficile la percezione del proprio corpo, ci si deve allenare all’ascolto ed all’attenzione per avere la capacità di avvertire la nostra postura, ad esempio come si distribuisce il peso sulla pianta dei piedi, o la nostra attenzione ad una piccola parte del corpo come ad esempio le orecchie, o a qualcosa nascosto come le vertebre. Pensiamo ora a quanto sia difficile trovare dei punti che non conosciamo e non sappiamo neanche esattamente quali funzioni abbiano.

Un’altra cosa importante è secondo me la capacità del contatto con il proprio corpo, il prendersi cura, eppure a pensarci bene è abbastanza istintuale, come ad esempio quando avvertiamo un indolenzimento lombare ci poggiamo le mani per massaggiare la schiena.

Penso per la mia esperienza che l’approccio all’automassaggio abbia il suo tempo di maturazione.

Il nostro corpo è intessuto di una fitta rete di canali “corsie preferenziali” di scorrimento dell’energia, alcuni di questi canali presentano dei punti propri “xue” che significa grotta, caverna, luogo di azione favorevole, alcuni punti invece sono fuori dal percorso dei canali. E ‘possibile con il tempo affinare la sensazione del dito che cerca il punto, questo in genere si trova in piccole depressioni del nostro corpo, come se da quella zona si possa avvertire un piccolo “risucchio”, in genere i punti quando vengono trovati sono dolenti, indice proprio della necessità di lavorare su quel punto.

I punti vengono comunemente chiamati con la lettera iniziale del canale energetico ed il numero attribuito al punto ad es. VG20. Spesso i punti vengono catalogati e numerati privandoli del loro nome, ma è un po’ come togliergli l’identità, la loro essenza. C’è differenza tra dire vg20 e punto Baihui “Punto delle cento riunioni”, la conoscenza del nome aumenta la nostra capacità di intenzione e quindi di azione favorevole.

Ogni persona dovrà usare la propria mano per trovare i punti sul proprio corpo, in quanto per indicare la localizzazione viene indicata come unità di misura il Cun, ad es. un Cun corrisponde alla larghezza dell’articolazione interfalangea del pollice nella sua parte più ampia.

Per eseguire un corretto automassaggio, si avrà bisogno di tempo, nel cercare il punto, nel trovarlo nel modo di trattarlo con la giusta pressione, nell’intenzione che si metterà nell’automassaggio.

Non vi scoraggiate se non trovate subito la sinergia con questa tecnica, probabilmente sta ancora maturando dentro di voi!

N.B. Le indicazioni contenute in questo articolo non si sostituiscono alla pratica medica alla quale è rimandata la salute e la cura della persona.

Daniela De Girolamo è un insegnate di Qi Gong, Taiji Quan, Meditazione e Medicina Cinese.

E’ Presidente dell’ A.S.D Meihua il vento sopra il lago che si occupa dell’insegnamento e della diffusione delle discipline orientali.

Scrittrice del libro “Pillole di Lunga Vita guida introduttiva al Qi Gong e al Taiji Quan” e di “I diciotto esercizi taoisti della salute, la ginnastica energetica cinese per il benessere di ossa e muscoli”.

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